Scuri, non cupi
anzi luminosi
sia pur scippati di speranza
Luci appena soffuse,
timide
in basso
luci che riflettono
oppure immobili
quasi spente
domande viventi
Gemme
silenziose o curiose
che sorridono
sembrano piccoli
questi luoghi profondi
certamente preziosi
a volte immensi
dritti dinanzi a noi
sia pur così lontani
quante volte
mi sono perso
dentro questo spazio diverso
Sguardi intensi
forti
troppo invadenti;
sguardi semplici, scontati
e perciò ancor più incomprensibili;
oppure celati
appena accennati, fugaci
tra una fessura di una finestra
nel mentre si schiude;
avidamente nascosti, trattenuti
tra le pieghe di un velo
che appena nasconde;
sguardi che si sfidano
lame di acciaio
rasoi
che si sfiorano
o che aprono squarci.
Occhi che guardano
che vorrebbero guardare
perché non sanno guardare
ciò che ci riguarda;
distratti
feroci
lontani come sono
persi in sé stessi.
Occhi pieni di lacrime
quasi per lavare l’anima
occhi pieni di dignità
quasi a contenere l’oltraggio
occhi che implorano
umiliati
oramai incapaci di nascondere
l’offesa e l’orrore.
Sguardi che vedono
che invece capiscono
sanno ascoltare
in punta di piedi
pieni di riserbo
di tepore
che arrivano
a guarire
Ho incrociato tanti occhi
come tutti del resto
e mi hanno guardato;
ed anch’io
ho gettato via i miei sguardi
diversi
ma identici, a ben vedere.
Per lo più sguardi ciechi
che non si accorgono
che la vita e mio fratello
accanto e prossimo
sono tutto quello che ho
Questo è il mio minuscolo Viaggio.